Il Gruppo Economia di Ferrara è parte attiva ai tavoli di lavoro, riconosciuti dalla Regione Emilia Romagna, nell'ambito della Finanza Etica Mutualistica Solidale (F.E.M.S.). All'interno di questa attività, e con la partecipazione di Banca Etica e degli amici di MAG6 di Reggio Emilia, e di altre realtà locali, saremo presenti al "Primo incontro nazionale delle Comunità che sostengono l'agricoltura in Italia" in programma il 23 - 24 giugno a Bologna - Villa Bernaroli, Casteldebole.
per informazioni scrivete a gruppoeconomia.fe@gmail.com chiedendo di Luca Cavicchi
il post che segue, tratto dal link di cui sopra, è di Paola Zappaterra
Le comunità che sostengono
l’agricoltura fanno festa! Primo incontro nazionale delle Comunità che
sostengono l’agricoltura in Italia
In questi giorni si legge e
si sente spesso il desiderio di “parlare di persone e non di economia”.
Desiderio comprensibile e condivisibile, dal momento che la narrazione egemone
ormai da qualche decennio ha fortemente disumanizzato il discorso economico, sottraendo
alle persone – i cittadini, i lavoratori, gli attori sociali – ogni potere di
scelta a favore di entità poco conoscibili con la forza di una legge naturale
invincibile – lo spread, i mercati, il debito… Ma se non fosse che, inoltre e
invece, abbiamo bisogno, più che di accantonare l’economia, di una diversa
concezione dell’economia, che la sottragga all’unico fine di produrre denaro
con il denaro e la declini come attività umana destinata a garantire la
dignitosa sopravvivenza degli umani tutti su questo pianeta (implicitamente,
trovando con esso un equilibrio possibile)?
In realtà, da molti anni
ormai è cresciuta anche in Italia una economia “altra”: fatta di esperienze
concrete, relazioni e scambio di saperi, di riflessioni, sperimentazioni. In
questo tessuto discontinuo, fragile ma tenace hanno germogliato le comunità di
cittadini che si organizzano per produrre, insieme ai contadini, direttamente
il cibo che metteranno sulla propria tavola. La posta in gioco è quella,
appunto, di creare una “diversa” economia per una “buona vita”: recuperando
almeno una parte di sovranità alimentare, cercando di rigenerare il territorio
attraverso una agricoltura contadina di piccola scala capace di un equilibrio
positivo con l’ambiente, praticando la riduzione di sprechi e rifiuti. Ci serve
un cibo sano che ci aiuti a stare meglio e non metta a rischio la nostra salute
a profitto di pochi, e possiamo averlo attraverso una nuova alleanza solidale
tra chi produce e chi consuma (cioè per inciso tutti noi, perché tutti
mangiamo, e, almeno in questo, siamo tutti sullo stesso piano).
Le Csa -le Comunità che
sostengono l’agricoltira – italiane sono ormai tante, diverse per storia,
organizzazione e metodologia. Arvaia, cooperativa agricola di cittadini
contadini, una delle più numerose Comunità che sostengono l’agricoltura in
Italia e attiva nell’area di Villa Bernaroli a Bologna da cinque anni, ha
promosso questo primo incontro, embrione di una possibile rete di confronto e
azione comune. Non è un caso che questo evento si tenga a Bologna, dove da
oltre 15 anni è attiva una delle più interessanti esperienze italiane di
rapporto diretto e concreto tra cittadini e contadini: l’associazione Campi
Aperti, coi suoi frequentati mercati cittadini e il suo lungo rigoroso lavoro
su forme di garanzia partecipata sulle pratiche di coltivazione e la qualità
del cibo che la rete di produttori propone, oltre la mera certificazione del
prodotto biologico. È forse davvero maturo il momento di conoscersi, mettersi
in rete, allearsi per tentare ancora meglio di “scartare” rispetto alla
narrazione dominante, e indicare un modo diverso di pensare e praticare appunto
l’economia. E, insieme, connettersi alle reti già attive da tempo in Europa e
nel mondo, un mondo dove, sfruttando la rabbia per una globalizzazione ingiusta
e per lasciarne invariati I rapporti di potere ovunque si costruiscono muri,
destinati a fermare le persone e non chi quelle persone sfrutta e depreda.
Csa non è una identità
rigida, ma un processo che ciascuno adatta al proprio territorio, alle proprie
relazioni e condizioni di partenza. Ogni esperienza che azzera la filiera
mettendo in contatto diretto chi produce e chi compra è già Csa. Comuni sono i
valori, che ciascuno declina e sperimenta nel modo che ritiene più utile:
abbiamo tutti molto da imparare gli uni dagli altri. La Comunità che sostiene
l’agricoltura di Arvaia vorrebbe non solo mettere in contatto diretto chi
produce e chi compra, ma annullare I ruoli di produttore e cliente, mettendo
tutti sullo stesso piano attraverso la partecipazione diretta alla gestione
della cooperativa, la condivisione delle scelte e di rischi e benefici della
produzione agricola. La verdura prodotta dall’area orticola, e in futuro anche
la frutta e – perché no, anche altro – non hanno un prezzo: si versa una quota
che copre le spese di produzione e si riceve ciò che il campo dà, anno per
anno.
Le soluzioni per garantire
un equo compenso ai contadini, una buona agricoltura che rigeneri la terra e
non la spogli, buon cibo che nutra e non faccia ammalare possono essere tante
quante le comunità che si uniscono per perseguire questi obiettivi. La
“rivoluzione” di un nuovo modo di produrre e mangiare, più libero e solidale,
non è un paradiso perfetto cui approdare definitivamente, ma un cammino
complesso, pieno di compromessi, che impara dai suoi stessi errori. Per questo
anche è così importante confrontarsi, scambiarsi idee, inventarsi nuove
soluzioni ciascuno dal suo punto di vista. Si parlerà di “come fare nascere e
quindi sviluppare una CSA”, “Agricoltura e biodiversità nella distribuzione”,
“Gestione delle CSA” con partecipazione, metodi decisionali, gestione delle
divergenze; “Richiedenti asilo e CSA” e il tema dell’accoglienza. Inoltre, è
previsto un convegno in cui si tratterà di decrescita, sovranità alimentare,
agroecologia e biodiversità, con ospiti quali Paolo Cacciari, il Coordinamento
Europeo Via Campesina, i professori Bazzocchi, Dinelli e Taffetani.
Ci piace pensare che Csa sia
un seme, che germoglia e produce anche lontano dalla pianta madre che lo ha
generato, moltiplicando sul nostro territorio e su altri le comunità che
supportano una buona agricoltura, per gli umani e per il pianeta.
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